L’effetto Macron rimbalza dall’Eliseo e sbarca fino in Padania sulla direttrice Arcore-Via Bellerio. L’irresistibile ascesa del giovane Presidente francese rischia di seminare zizzania anche nei rapporti, non sempre idilliaci, del centrodestra italiano. A non dispiacersi per la vittoria di Emmanuel Macron è Silvio Berlusconi, che lo interpreta come un buon segnale per il rilancio europeo. “Abbiamo scampato il pericolo di vedere una Francia che lavorasse contro l’Europa, che mettesse dei confini, dei dazi e quindi ho molta speranza che adesso il percorso per cambiare questa Europa diventi più agevole”. Parole che non sono passate inosservate in casa del Carroccio con Matteo Salvini che arriva a minacciare la rottura con lo storico alleato. “Berlusconi festeggia Macron? Mi sembra sia in pessima compagnia, perché la pensa come Renzi, Boldrini e i Cinque Stelle. Chi crede di fare l’Italia schiava di questa Europa dalle regole assurde e dall’immigrazione incontrollata tuona: si scordi pure l’alleanza con la Lega”. Ben altro spartito era stato quello intonato dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, da Buenos Aires, dov’è in visita ufficiale: “Francia e Italia sono adesso chiamate a fornire un contributo deciso, concreto e lungimirante all’essenziale processo di rilancio della nostra comune casa europea”. Per il Presidente del Senato, Pietro Grasso, la vittoria di Macron è una lezione: “Dà l’esatta misura di come si possa non cedere alle lusinghe del populismo, come si possano convincere gli elettori anche con l’idea di un’Europa unita”. Paolo Gentiloni prende a prestito l’incipit del Manifesto di Marx per declinarlo in senso europeista: “Evviva Macron Presidente – ha esultato il premier – una speranza si aggira per l’Europa”. Beppe Grillo affida al blog le sue considerazioni e si chiede: “Davvero è possibile che il 34 per cento dei francesi sia di estrema destra? È veramente amore quello per Macron così come viene spacciato dai sorridenti mass media dell’establishment?”. La vera notizia di ieri sera è che nella speranza di disfarsi di questa Europa più di un terzo dei votanti ha scelto l’estrema destra. Per la sovranità Giorgia Meloni in Francia ha vinto la paura, la paura di ribellarsi allo status quo, la paura di tornare padroni delle proprie scelte: “I francesi hanno scelto il volto rassicurante del candidato del sistema”.