Manca un anno alle elezioni Usa, le incognite e i candidati

02 nov 2019
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Un anno, 365 giorni separano gli americani alla Casa Bianca dalla risposta alla domanda su chi andrà a risiedere nei successivi 4 anni al 1600 di Pennsylvania Aveneue, e le incertezze che gravano sulla consultazione sono, come di consueto, pesanti. Perché se è vero che sul fronte repubblicano Donald Trump è il Presidente più improbabile, più divisivo della storia americana, è anche vero che i consensi a suo favore sono altissimi. Sull'altro versante, quello democratico, i candidati alla corsa sono quanto di meno convincente e accattivante ricorda il partito dell'asinello. Beh, forse no, c'è stato Walter Mondale, ma sfidava Reagan e più che una competizione era un massacro annunciato, come del resto fu. Ma partiamo dall'unica certezza: la data che, da tradizione, è fissata nel primo martedì di novembre, anzi il primo martedì dopo il primo lunedì del mese, per essere precisi, che quest'anno cade il 3 novembre. Unico caso delle democrazie occidentali, è insicuro persino il numero di elettori che non coincide con quanti hanno la cittadinanza, ma con quanti sono iscritti nei registri di voto, il che riduce i potenziali aventi diritto da 240 milioni ai forse 142. Scartando ipotesi allo stato improbabili sarà Donald Trump a correre per confermare la propria presidenza. Però qualche incognita grava, prima fra tutte la procedura di impeachment per il cosiddetto Ucrainian Gate. Pochi credono che Trump verrà condannato, però, non si può neanche escludere che possa ritirarsi nel caso in cui la sua posizione potesse aggravarsi e non si può scartare del tutto. Nonostante ciò, Wall Street, che comunque ha beneficiato di sconti e detassazioni record, continua a scommettere su The Donald. Più complesso è invece il quadro degli sfidanti, l'ex vicepresidente Joe Biden sembra ancora il favorito in campo democratico, anche se il suo consenso si sta erodendo. Nei primi dibattiti non è stato convincente. I suoi concorrenti più pericolosi, sono Elizabeth Warren, data in grande ascesa, e il socialista, quasi un insulto negli States, Bernie Sanders. La prima paladina dell'impeachment, il secondo candidato sconfitto da Hillary nella precedente corsa alla Casa Bianca. Saranno come di consueto le primarie che prenderanno il via il 3 febbraio 2020 con il voto nell'Ohio a decidere il front runner democratico. 19 candidati sono ai blocchi di partenza per assottigliarsi fino alla Convention finale del partito democratico, che si terrà dal 13 al 16 luglio 2020. Poi partirà il match decisivo, un anno di battaglia e scontri feroci per stabilire chi sarà l'uomo più potente del mondo. Anche quest'ultima però, una certezza che comincia a vacillare.

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