Per sette volte era entrato nel mirino della polizia francese, ma non aveva mai subìto alcuna condanna né era stato segnalato come un soggetto a rischio radicalizzazione. Il motivo della morte di due donne ieri a Marsiglia potrebbe, insomma, non essere legata al terrorismo di matrice islamica. La polizia cerca, infatti, un possibile legame fra l’attentatore, un delinquente comune abituato a fornire false generalità, e le due vittime, due cugine di 17 e 21 anni. Singolare anche la dinamica dell’azione, con l’uomo che colpisce la vittima con un coltello, si allontana, poi torna ed attacca la seconda. Le due cugine avevano trascorso il weekend insieme. Una veniva da Lione, e proprio in quella città l’assalitore, probabilmente di nazionalità algerina, è stato arrestato l’ultima volta, la settimana scorsa, dopo uno scippo. Al momento, gli inquirenti non hanno accertato la vera identità dell’uomo che, negli ultimi anni, ad ogni fermo ha fornito generalità diverse. Introvabile per ora anche il suo domicilio. Nonostante la rivendicazione dell’ISIS, gli investigatori mantengono, dunque, la massima prudenza sulla reale responsabilità del gesto criminale. L’uomo, dopo aver ucciso le due donne, si è avventato contro una pattuglia di militari del dispositivo antiterrorismo sentinella al grido di “Allah Akbar”, ma il primo soldato che ha estratto l’arma lo ha abbattuto con due colpi. Resta, quindi, un alone di mistero su questo atto barbaro, come lo ha definito il Presidente francese Emmanuel Macron, il quale ha ringraziato i poliziotti a un mese da quella che dovrebbe essere la conclusione di uno stato d’emergenza durato due anni, mentre in Parlamento si discute proprio il pacchetto terrorismo, che dovrebbe rendere legge diverse disposizioni eccezionali di questi ultimi ventiquattro mesi.