Quando nel 1964, il Congresso degli Stati Uniti approvò la legge contro la segregazione razziale, appena il 25% degli studenti afroamericani finiva il liceo, oggi è il 90%. 60 anni fa, meno del 5%, dei neri era laureato, contro il 30 di adesso. E mentre, in generale la partecipazione al voto è da allora diminuita del 3%, quella delle persone di colore è aumentata del 4%. Le statistiche però, non bastano a dire che la lotta per i diritti civili combattuta da Martin Luther King, sia stata vinta. Gli Stati Uniti, sono ancora un paese dove se sei nero sei più povero, e hai molte più probabilità di essere ucciso dalla Polizia. Un paese, dove le minoranze restano tali, e per uguali diritti devono tuttora combattere. A partire dal Sacro Diritto di Voto. Oggi sotto attacco, ha detto In occasione della giornata di commemorazione del Premio Nobel, il Presidente Americano Biden. Dalle scorse elezioni presidenziali, contestate contro ogni evidenza dal Presidente precedente, 19 stati controllati dai repubblicani, hanno approvato leggi locali che cancellano le facilitazioni al voto, introdotte a causa della pandemia, e che espandendo l'accessibilità delle urne ai ceti più svantaggiati, alle minoranze, avevano finito per favorire i democratici. Il partito del Presidente, vorrebbe aggirarle con due provvedimenti federali, che aggiornino la storica legge del 64, garantendo un più ampio ricorso al voto postale. Ma in Senato, non ha i numeri, e lo stallo sta cominciando a rendere insofferenti anche i suoi stessi sostenitori. L'altro giorno, alla commemorazione della nascita del Reverendo King ad Atlanta, ad esempio non c'era nemmeno la candidata Governatrice della Giorgia, per il suo partito.