A Khan Yunis in fila anche per giorni per cercare di prendere del cibo e delle medicine ci sono le famiglie, i padri e le madri, i bambini che sperano così di potersi risollevare da una situazione che definiscono drammatica. Spesso una volta arrivato il proprio turno non c'è più nulla da prendere. L'auspicio per chi vive nella striscia di Gaza è che gli aiuti in arrivo e la tregua in corso possano dare un po' di sollievo alle persone. Ma la speranza dei più è che possa essere dichiarato un cessate il fuoco permanente. Siamo tornati a casa dopo 49 giorni grazie alla tregua, racconta Gihad Nabil, al suo ritorno ha trovato tutto distrutto. Non abbiamo bisogno di una tregua di un paio di giorni ma di un cessate il fuoco permanente, continua, mentre cerca di recuperare qualcosa in quella che una volta era la sua abitazione. Attorno a lui è tutto distrutto. Il cessate il fuoco temporaneo ha consentito l'ingresso dei camion carichi di aiuti umanitari, beni di prima necessità, entrati nella striscia di Gaza attraverso il valico di Rafah e un primo volo con oltre 500 quintali di prodotti medici e aiuti alimentari è partito dagli Stati Uniti, è la prima delle tre consegne previste. Aiuti che sollevano solo in parte le condizioni critiche in cui versa la popolazione palestinese.