Orrore che si assomma ad orrore. Ormai la cronaca dal campo restituisce un quadro spaventoso. Ultima in ordine di tempo la notizia per cui l'esercito israeliano sta assediando un ospedale a Beit Lahia nel Nord della Striscia di Gaza, si tratta del Kamal Adwan dove sono rimaste intrappolate circa 150 persone tra personale medico e malati gravi. Nella serata di ieri l'IDF ha esploso un colpo di cannone contro la struttura ci sarebbero diversi bambini tra le vittime. Il Kamal Adwan è uno degli ultimi ospedali funzionanti mentre gli altri due sono ancora aperti uno sempre a Beit Lahia e l'altro a Jabalia sull'orlo del collasso. In particolare Jabalia, che ricordiamolo è un campo profughi spaventoso gia in epoca di pace e che oggi è un cumulo di macerie ha dovuto fronteggiare l'ennesimo raid che nella notte ha provocato decine di morti e feriti. Si parla di 150 vittime. Anche nel Libano Israele ha colpito con durezza, tre reporter sono rimasti uccisi, secondo i testimoni è stato un raid mirato nel Nord del Paese. Il Ministro dell'Informazione ha puntato il dito contro lo Stato Ebraico accusandolo di crimini di guerra, intanto secondo l'UNHCR un quinto della popolazione libanese tecnicamente è sfollata. Da parte israeliana per ora il bilancio di questa operazione è di 4 morti. Sul fronte diplomatico Antony Blinken giunge a Londra, accolto da manifestanti pro Palestina dove incontra i colleghi giordano ed emiratino e poi il Premier Libanese ad interim Najib Mikati. Riaffermata la necessità di una tregua e di trovare una soluzione alla crisi degli ostaggi il Segretario di Stato Americano sul secondo punto può dire di aver compiuto qualche timido progresso con l'annuncio di un prossimo incontro tra americani e israeliani a Doha per discutere della questione. Il punto però al di là del generoso tentativo americano di far tacere armi che le chance di raggiungere risultati più significativi sono affidate al dopo elezioni americane. Fin quando non si saprà chi siederà al 1600 di Pennsylvania Avenue nessuno degli interlocutori sembra in grado di prendere impegni. Tanto più che ha soffiare sul clima di tensione precipita anche la notizia secondo cui l'Iran, lo scrive il New York Times si starebbe preparando alla guerra, seppur riluttante in attesa di una ritorsione israeliana che potrebbe giungere a giorni e che il tour di Blinken ha probabilmente solo ritardato.