Medioriente, braccio di ferro Hamas-Israele su fase due

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30 giorni fa

Regna ancora una volta l'incertezza in Medio Oriente, con israeliani e palestinesi che trattengono il fiato in merito all'attuale cessate il fuoco dentro Gaza; dove la fase due dell'accordo dovrebbe iniziare il 2 di marzo e vedere il rilascio dei 59 ostaggi israeliani ancora nelle mani di Hamas a Gaza. Oltre 30 di loro non più in vita, il ritiro delle truppe israeliane dall'enclave palestinese e un accordo per la fine della guerra. Ma così ancora non è. Israele ha proposto alla controparte Hamas un'estensione della prima fase del cessate il fuoco. In sostanza continuare lo scambio tra ostaggi e prigionieri, ma senza decretare la fine delle ostilità o discutere il futuro dell'enclave palestinese. Proposta rigettata da Hamas, che spinge invece per l'immediato inizio della seconda fase, rendendo pubblico un video in cui si vedono due ostaggi Yair Horn, rilasciato a metà febbraio abbracciare suo fratello Ethan momenti prima della sua liberazione. Ethan ancora a Gaza nel video chiede al governo di riportare immediatamente tutti gli ostaggi a casa. L'ufficio del primo ministro israeliano Netanyahu bolla il video come propaganda e avverte che Israele non si lascerà influenzare da Hamas, ma la popolazione israeliana scende ancora una volta in massa in piazza per spingere il governo ad andare avanti con la seconda fase del cessate il fuoco. Nel primo sabato, senza il rilascio di nuovi ostaggi dopo oltre un mese. Per i palestinesi invece questo sabato marca l'inizio del mese del digiuno sacro di Ramadan. Un altro Ramadan nella tristezza raccontano per via della disastrosa situazione umanitaria a Gaza, dove sette neonati sono morti di ipotermia in meno di una settimana, secondo fonti mediche locali, Israele ha imposto non meglio specificate restrizioni all'accesso alla moschea di Al Aqsa a Gerusalemme Est per motivi di sicurezza. Hamas chiede ai palestinesi di ignorarle come atto di sfida verso l'occupazione israeliana. .