Bisogna far tacere le armi a Gaza, liberare gli ostaggi e cercare una soluzione diplomatica alla crisi libanese. Dopo Netanyahu, Antony Blinken ha ripetuto gli stessi concetti a Mohamed bin Salman, principe ereditario saudita e di fatto regnante della monarchia. Questa volta però le sue parole hanno più speranze di essere ascoltate, e considerato il peso del regno saudita nello scacchiere mediorientale, anche di avere maggiore influenza. Anche se il nodo resta Israele, lo stato ebraico ha accolto come di consueto con cordialità il rappresentante della diplomazia del loro più importante alleato, ma le azioni seguite al faccia a faccia Blinken-Netanyahu sembrano andare in tutt'altra direzione. Il Ministro della Difesa Yoav Gallant ha infatti ribadito la ferma intenzione di una ritorsione nei confronti dell'Iran, accusato di aver orchestrato l'attentato fallito al premier israeliano, e in risposta al massiccio lancio di razzi da parte di Helbollah, razzi che hanno solcato il cielo della capitale Tel Aviv, Israele ha dato il via un pesante bombardamento sul porto meridionale libanese di Tiro, una città di oltre 40 mila abitanti incastonato a ridosso della zona cuscinetto presidiata dall'Unifil. Nel frattempo anche in Cisgiordania la tensione non accenna a calare e il servizio di intelligence interna, lo Shin Bet, ha reso noto che altri 7 giovani tra i 19 e i 23 anni di Gerusalemme est sono stati arrestati perché sospettati di aver pianificato attacchi in Israele per contro dell'Iran. Così come a Gaza non cessano le operazioni della IDF con ride nel campo profughi di Jabalia, ormai ridotto a un cumulo di macerie. Il bilancio è di decine di arresti di sospetti miliziani.