Si sperava in un cessate il fuoco entro Natale, ma allo scadere di questa giornata Israele accusa Hamas di non avere ancora consegnato la lista aggiornata dei nomi degli ostaggi che potrebbero essere rilasciati nella prima fase di un ipotetico cessate il fuoco. Un ritardo intenzionale, secondo Israele, per rimandare l'accordo. Hamas a sua volta incolpa Israele di aver cambiato all'ultimo i dettagli specialmente sul punto del ritiro delle truppe da Gaza e sul ritorno degli sfollati palestinesi a ciò che resta delle loro case al nord. Menzogne, tuona Netanyahu, stiamo facendo di tutto per riportare gli ostaggi a casa. Il Ministro della Difesa Kats si reca invece dentro Gaza dichiarando che qualunque sia il risultato diplomatico Israele manterrà il controllo della sicurezza e la libertà militare nell'enclave palestinese anche nel futuro. Decine i morti anche nel giorno di Natale, quando le parole del Papa durante l'omelia della vigilia risuonano ancora al punto tale che il Ministro degli Esteri israeliano ha convocato a colloquio il rappresentante Vaticano in Israele. "Quanta crudeltà" aveva detto il pontefice riferendosi a Gaza. Un drone lanciato invece dello Yemen dal gruppo sciita houthi impatta nel sud di Israele, senza causare vittime. Il generale dell'esercito israeliano Halevi ripete che Israele rimane pronta a colpire l'Iran, il maggior finanziatore degli houti mentre in Siria, secondo media locali, quattro persone incluso un bambino, sono rimaste ferite da colpi di arma da fuoco israeliani durante una manifestazione anti occupazione israeliana a ... a quasi a 10 km oltre la buffer zone che divide i due paesi. L'esercito ha fatto sapere di stare investigando l'accaduto senza però smentire la sua presenza in pieno territorio siriano.