Le dichiarazioni del Ministro degli Esteri israeliano non promettono nulla di buono. Israel Katz avverte che lo stato ebraico non può più permettere che Hezbollah continui ad attaccare quotidianamente il nord del paese e si appella agli alleati affinché sostengano Israele nella guerra contro quello che viene definito "l'asse del male", ovvero le milizie sciite, l'Iran e l'estremismo islamico. Il timore che la guerra di attrito tra le parti possa trasformarsi in un conflitto più ampio porta la Casa Bianca a spingere Israele ed Hezbollah ad optare per una soluzione diplomatica, avvertendo Tel Aviv che la milizia libanese ad oggi sarebbe in grado di lanciare una quantità di razzi e missili capaci di bucare il sistema di difesa Iron Dome. Per ora l'unico modo per far sì che gli uomini armati di Hassan Nasrallah facciano un passo indietro resta un cessate il fuoco a Gaza. Ma le divergenze tra Israele ed Hamas rendono ancora difficile la possibilità di una tregua nella striscia dove di fatto i raid non accennano a placarsi mietendo altre vittime. Secondo la Mezzaluna Rossa palestinese almeno 18 persone hanno perso la vita a causa di un attacco della IDF sulle tende degli sfollati a Rafah, nella parte più a sud dell'enclave palestinese. Altro sangue e altri morti mentre migliaia di sfollati palestinesi si trovano a cercare di sopravvivere in un lembo di terra dove manca il cibo, non c'è acqua, le medicine scarseggiano e il caldo torrido favorisce il propagarsi di malattie.