Aleggia sul vertice Nato di Vilnius che si apre domani, il sinistro avvertimento lanciato dalla portavoce del Ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, dopo aver accusato nuovamente l'Ucraina di danni sistematici all'impianto nucleare di Zaporizhzhia, attualmente in mano ai russi, lancia il suo monito: a Vilnius, piuttosto che di armi, bisognerebbe discutere della centrale nucleare, spiega, perché la maggior parte dei membri dell'Alleanza si troverà nella zona di impatto diretto. La capitale della Lituania è infatti ad un migliaio di chilometri dalla centrale. Una minaccia nemmeno tanto velata e rincara la dose il falco Medvedev. Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo minaccia infatti ritorsioni se fosse confermato il tentativo di attacco con missili Nato alla centrale russa di Smolensk. In tal caso, scrive su Telegram, sarà necessario considerare uno scenario d'attacco simultaneo della Russia alle centrali ucraine e dell'Europa dell'Est. Intanto il Presidente Zelensky in un'intervista alla Abc, delinea lo scenario per l'avvio di reali negoziati con la Russia, e non smentisce che obiettivo chiave della controffensiva ucraina, sia di raggiungere il confine con la Crimea, e spingere il Presidente Putin a cercare il dialogo. Mentre sul campo, Mosca bombarda la città di Orikhiv, nella regione di Zaporizhzhia, mentre era in corso una distribuzione di aiuti. Quattro i morti. E l'esercito di Kiev fa sapere di aver recuperato 24 chilometri quadrati di territorio intorno a Bakhmut, sul fronte orientale, di fatto interamente occupata dalla Russia. Da Mosca arrivano le immagini di un briefing dell'alto comando militare. Riappare il generale Gerasimov, per la prima dal 24 giugno, giorno della rivolta armata del gruppo Wagner.