Zelensky continua a bussare insistentemente a due porte: quella dell'Alleanza Atlantica e quella dell'Unione Europea. Chiede tempi rapidi o quantomeno certi per consentire al suo Paese di far parte delle due istituzioni alle quali, dice, il popolo ucraino vuole appartenere ed in nome dei cui valori sta combattendo. Al vertice della Comunità Politica d'Europa svoltosi in Moldavia il Presidente Zelensky è stato quindi ancora una volta molto diretto con i suoi alleati. La risposta è arrivata specialmente dalla NATO: la Ministra degli Esteri tedesca ha detto che non è il momento di accogliere nell'alleanza un Paese attualmente in guerra ma gli alleati hanno aperto la porta ad una futura partecipazione di Kiev e il Segretario di Stato americano Blinken ha promesso che tra un mese, al vertice NATO di Vilnius, verrà approfondita l'idoneità della collaborazione tra i Paesi alleati e l'Ucraina. Bruxelles analizzerà invece nei prossimi mesi le riforme effettuate e previste dall'Ucraina per entrare nell'Unione Europea ma da un punto di vista politico riafferma il suo totale sostegno all'Ucraina in guerra. Supporto che è stato ribadito in Moldavia anche dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Altro tema su cui il Presidente ucraino è tornato a chiedere conto è quello della fornitura di mezzi militari, in particolare Zelensky chiede missili Patriot e cacciabombardieri americani in grado di contendere il dominio dei cieli alla Russia e munizioni. E proprio su queste arriva il via libera del Parlamento europeo che ha approvato il nuovo piano per la fornitura di munizioni all'Ucraina, piano che prevede la possibilità anche di usare i PNRR nazionali per fabbricare le munizioni richieste. Il tema ha spaccato i partiti di sinistra all'interno dell'Europarlamento.