È servito quel primo clamoroso caso, lo scandalo Weinstein, quel nome così altisonante, accusato di abusi sessuali da famose attrici del grande schermo, per illuminare un angolo buio della società americana. Dopo quello del cinema e della politica, con le ultime accuse di molestie rivolte a Bush padre, adesso a finire sotto i riflettori è il mondo delle Olimpiadi. Anche qui, un primo grande caso che ha innescato l’effetto domino: si chiama Larry Nassar ed è l’ex osteopata della nazionale statunitense di ginnastica artistica. Contro di lui, 130 atlete, 130 accuse di molestie e abusi sessuali. Tra queste, varie ex medaglia d’oro, che a distanza di tempo dai fatti hanno trovato il coraggio di denunciare ciò che a 15 anni, l’età media di una ginnasta, è forse difficile persino da capire. L’ex medico è attualmente imputato in due diversi processi, uno per le violenze su 125 donne, nel quale si professa innocente; l’altro, per detenzione di materiale pedopornografico. Qui si è dichiarato colpevole. Quello di Nassar è un nome clamoroso, ma non isolato. Non è infatti la prima volta che vengono fuori accuse di questo genere nell’ambiente olimpionico. Negli ultimi 35 anni sono stati denunciati pubblicamente oltre 290 uomini, tra allenatori, membri dello staff e dirigenti. A raccogliere i dati un’indagine del The Washington post, partita dai casi del 1982, che arriva fino a oggi. Lo spettro degli abusi copre oltre quindici discipline sportive, e in questo contesto, gli uomini condannati per crimini sessuali sono stati più di 175.