Urne aperte per l'ultimo giorno dei referendum indetti da Mosca nelle regioni occupate dell'Ucraina per una consultazione dall'esito scontato, fortemente contestata dalla comunità internazionale e che porterà, all'annessione alla Repubblica Federale Russa, delle province di Kherson, Lugansk, Donetsk e Zaporizhzhia a est e a sud di Kiev. Regioni, che rappresentano il 15% del territorio ucraino. Nessuna delle province in cui si è votato, è completamente sotto il controllo russo e intensi combattimenti sono ancora in corso sulla linea del fronte. Ma secondo i dati russi, l'affluenza ha superato il 50% e dunque per Mosca, le consultazioni sarebbero valide. L'annuncio ufficiale d'adesione, come per la Crimea nel 2014, potrebbe arrivare già il 30 settembre, quando il Presidente russo Vladimir Putin, parlerà a camere unite del Parlamento. Un passaggio formale per gli esperti, che intende consolidare e rimotivare il sostegno patriottico, nel tentativo di contendere le opposizioni e i venti di contestazioni interna. Sarebbero oltre 2000 gli arresti tra gli oppositori di Putin, in Daghestan gli scontri più duri contro la coscrizione mentre dati non ufficiali, parlano di oltre 260 mila russi riservisti, chiamati dalla mobilitazione parziale in fuga all'estero. Dal Kazakistan e dalla Georgia, arrivano le garanzie di assistenza e sicurezza ai russi in fuga dalla chiamata alle armi. Mentre Putin, ribadisce il diritto a difendere i territori occupati dell'Ucraina anche con armi nucleari, e provoca gli Stati Uniti concedendo la cittadinanza russa a Edward Snowden. L'ex talpa dell'NSA, sarà comunque esentato dalla mobilitazione militare parziale, mentre Washington fa sapere, che continuerà a perseguire Snowden. E dalla Repubblica dell'Udmurtia lutto e sangue. Quello versato da un ex studente nell'assalto di una scuola. L'uomo 34 anni, per ragioni ancora in via di definizione, ha fatto strage di bambini e insegnanti. Quasi 20 i morti, tra loro una decina di piccoli studenti. Gravi e in pericolo di vita ancora decine di feriti.