Edifici piegati, accartocciati, frantumati, templi collassati, le strade del Myanmar sono divelte dalle crepe di una doppia scossa di terremoto. La prima fortissima, raggiunge intensità 7.7 è circa mezzogiorno nell'ora locale, poco dopo un altro sisma, 6.4, poi uno sciame, colpite in particolare le città di Mandalai e Naypyidaw. Impossibile un bilancio delle vittime, mentre si cerca tra le macerie. Sono almeno sei le regioni nel centro del paese che hanno dichiarato lo stato d'emergenza. Il terremoto si è avvertito anche a Bangkok, dove un edificio di 30 piani in costruzione è crollato in poco più di un minuto. Vittime anche in altre città della Thailandia. I sopravvissuti sotto shock cercano dispersi. Alcuni testimoni erano al lavoro in un grattacielo della capitale durante il sisma. Testimoni sul territorio raccontano di una tragedia immane in Myanmar, il paese già soffocato da una lunga dittatura, devastato dai combattimenti tra le forze ribelli e l'esercito. La Croce Rossa Internazionale riferisce che sono saltate le linee dell'elettricità e sono crollati ponti e strade. Preoccupa la tenuta di alcune dighe. Il capo della giunta di Naypyidaw ha invitato qualsiasi paese, qualsiasi organizzazione ad aiutare le vittime. Le ONG sul territorio invocano sostegno nella consapevolezza che troppo spesso è stato ostacolato dall'esercito. .