"Navalny doveva essere liberato nei prossimi giorni perché avevamo raggiunto una decisione sul suo scambio, all'inizio di febbraio a Putin era stato proposto di scambiare un sicario e ufficiale del BSB, Vadim Krasikov, ex agente speciale della FSB, condannato all'ergastolo a Berlino per omicidio, dove sta scontando la sua pena, per due cittadini americani e per Alexei Navalny". A parlare in un videomessaggio caricato su YouTube è Maria Pevchikh, una collaboratrice di Alexei Navalny che lavora nella fondazione anticorruzione dell'ex dissidente anti-Putin morto il 16 febbraio. Quella che fornisce è una ricostruzione apparsa sul quotidiano tedesco Bild già due giorni dopo la scomparsa di Navalny, ossia che ci sarebbe stata una trattativa per uno scambio di prigionieri, all'accordo avrebbero partecipato Russia, Stati Uniti e Germania. L'accordo sarebbe stato cosa fatta. "Ho avuto conferma che i colloqui erano in corso ed erano in fase di chiusura la sera del 15 febbraio". La mediazione sarebbe stata condotta da Roman Abramovich, l'oligarca russo, ex proprietario del club di calcio Chelsea. Se la ricostruzione fosse vera ai dubbi su come è morto Alexei Navalny, la versione ufficiale è morte improvvisa, si sommerebbero altri interrogativi su quel che è successo negli ultimi giorni di vita dell'oppositore di Putin. Non ultima la domanda a chi è convenuto? Per la famiglia e collaboratori di Navalny la risposta è sempre e comunque al del Cremino, che oggi è concentrato sulle elezioni di metà marzo e che vuole allontanare ogni forma di dissenso, anche per questo da Mosca era arrivato l'ordine di restituire la salma dell'ex dissidente solamente in cambio di un funerale segreto, cosa che non sarà, perché la famiglia ha fatto sapere che, entro questa settimana, si celebreranno le esequie di Navalny in un locale pubblico che possa accogliere tutti quelli che lo hanno sostenuto.