Arriva una richiesta dalla giunta golpista al potere in Niger dal 26 luglio: via le sanzioni economiche imposte dalla Nigeria perché sono disumane e ingiuste. Parla così il leader dei Generali al potere dal 26 luglio in Niger Abdourahamane Tchiani che non accenna a voler intraprendere negoziati. All'indomani del golpe, fu il blocco africano dei paesi dell'Ecowas a decidere di colpire la giunta militare con una serie di sanzioni: congelamento dei beni dei militari, chiusura delle frontiere con il Niger, sospensione delle transazioni commerciali e finanziarie. Ma tutto questo sta avendo pesanti ripercussioni sulla popolazione già stremata da fame e povertà e adesso ancora più vulnerabile agli attacchi di bande armate di estremisti attivi lungo la fascia del Sahel. Una soluzione diplomatica sembra allontanarsi sempre di più. La giunta rifiuta il dialogo e si è imposta a capo di un governo a guida civile ma con due generali nei dicasteri chiave della Difesa e degli Interni. Se la situazione non dovesse cambiare, l'Ecowas ha dato il via libera ad un intervento militare nel paese. La Comunità Economica degli Stati dell'Africa Occidentale avrebbe a disposizione una forza militare riservista di intervento composta da circa 2mila e 500 uomini provenienti da tutti i paesi. Si discuterà di questo, di come attuare un piano d'azione al vertice programmato tra poche ore in Ghana. Intanto, l'Ecowas è stata bersglio nei giorni scorsi di slogan ostili da parte di manifestanti però golpisti, così come la Francia. L'ex potenza coloniale del Niger che ha ancora circa 1500 soldati di stanza nel Paese.