«Per il nuovo Governo non ci sono consigli specifici ma c'è la testimonianza di quanto è stato fatto». Mario Draghi si congeda da Premier a Bruxelles al termine di un Consiglio Europeo in cui fa sentire la propria voce e durante il quale rimarca il bisogno di mantenere saldo e forte quel principio di cooperazione che è un valore fondante dell'Unione. Vale per quei Paesi che troppo spesso si sono mostrati restii ad adottare soluzioni comuni per affrontare la crisi, vale per chi si appresta a prendere in mano le redini del nostro Paese. "Noi abbiamo sempre detto che la risposta alla crisi doveva essere europea. Dobbiamo preservare l'unità dei nostri Paesi, essenziale per continuare a sostenere l'Ucraina e per imporre la massima pressione sulla Russia". In una sorta di bilancio di fine mandato, snocciola quanto è stato fatto: dalla campagna vaccinale che ha preso in mano appena arrivato alla guerra e alla crisi energetica, con 60 miliardi di aiuti a imprese e famiglie senza alterare gli obiettivi di finanza pubblica. E poi quel tetto al prezzo del gas che non è più tabù assoluto. Di strada da fare ne resta tanta ma le basi per completare un buon lavoro ci sono. "Non do consigli al nuovo Governo. Quello che un Governo uscente può fare è offrire la testimonianza di ciò che ha fatto. È questo quello che il il Presidente del Consiglio che va via lascia al successore". Tra le righe ricorda le cose che devono essere fatte: lavorare sulla coesione sociale, aiutare i più deboli ad affrontare un'inflazione che farà sentire forte il proprio peso. È anche il giorno dei saluti o dell'arrivederci, come nel video con cui gli altri Capi di Stato e di Governo lo salutano ricordando 31 anni di presenza e di contributi in ruoli sempre diversi nelle istituzioni europee.