Non sono propriamente delle scuse, piuttosto forse una presa di coscienza. Andrew Witty, amministratore delegato di United Health Group, ha scritto un articolo ospitato dal New York Times. "Il sistema sanitario non è perfetto", ha ammesso, "e il modo in cui vengono gestite le polizze dei pazienti non viene compreso bene." Capiamo la frustrazione della gente, ha aggiunto Witty che guida il gruppo al quale fa capo anche la compagnia gestita da Brian Thompson fino al giorno del suo omicidio a Manhattan. Il CEO ha cercato di umanizzare agli occhi dei cittadini i dirigenti del settore, in un momento in cui le forze dell'ordine temono episodi di violenza sulla scia del delitto di New York. I manager rafforzano le misure di sicurezza, on-line si moltiplicano le testimonianze di chi ha subito le inefficienze del sistema sanitario. Così come, tra vendita di gadget e raccolte fondi, gli episodi di solidarietà nei confronti di Luigi Mangione, arrestato per l'omicidio. Nel carcere della Pennsylvania in cui si trova il 26enne, i detenuti hanno intonato un coro a sostegno del ragazzo. Le indagini intanto vanno avanti. La rabbia di Mangione nei confronti del sistema sanitario emerge con evidenza nel manoscritto sequestrato, così come è ormai chiaro che i problemi alla schiena hanno avuto un ruolo nella sua deriva. Manca però un legame specifico con Brian Thompson. Il procuratore Alvin Bragg ha cominciato a presentare le prove al gran giurì, un passo fondamentale anche per rafforzare la richiesta di estradizione.