Quarto premier del 2024, scelto tra più nomi di peso, ha dalla sua l'alleanza storica con Emmanuel Macron. E una missione: dialogare con tutti. François Bayrou, leader del partito centrista MoDem, succede a Michel Barnier alla guida dell'esecutivo, sapendo di incarnare quella cultura del compromesso che al momento rappresenta il requisito principe per guidare il governo francese. La nomina di Bayrou per Macron, che dovrà dimostrare di saper raccogliere intorno a sé una variegata maggioranza, dovrebbe rappresentare la soluzione della crisi innescata dal successo del Rassemblement National alle europee del giugno scorso e dalle successive elezioni anticipate. Ed ora è proprio Jordan Bardella, il capo di Rassemblement National, ad affermare che non ci sarà a priori una mozione di sfiducia nei confronti di Bayrou. Il neo premier viene però accolto anche con il commento gelido di Jean Luc Mélenchon, leader della sinistra di France Insoumise, che definisce il suo avvento come un grande gesto dell'ombrello rivolto agli elettori e anticipa la presentazione di una mozione di sfiducia, e dalla bocciatura dei Verdi che parlano della nomina di Bayrou come della volontà di Macron a restare aggrappato al potere. Ma sarà soprattutto la scelta del Partito Socialista a condizionare il futuro del nuovo esecutivo, in caso di sostegno si consumerà infatti una spaccatura di peso nella sinistra francese. Anche nel centrodestra però gli ostacoli per Bayrou non mancano. Ad iniziare dalle frazioni storiche con Nicolas Sarkozy e dei neo gollisti con cui è alleato.