Omicidio Robert Kennedy, Shiran Shiran libero dopo 53 anni

28 ago 2021
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Era un mondo diverso, anche l'America era diversa. Era l'inizio dell'estate, giugno del 1968. La guerra in Vietnam riempiva i notiziari e la società americana era sconvolta dall'assassinio di Martin Luther King. La campagna elettorale in pieno svolgimento e per i democratici, a correre nelle primarie, con uno sguardo verso un futuro possibile alla Casa Bianca, c'era il fratello minore di John Kennedy, Robert. Il giovane Kennedy, che a quel tempo sembrava il vero rivale credibile per sconfiggere il repubblicano Richard Nixon. Ma il suo sogno, e quello di molti credevano in lui, fu stroncato nella notte tra il 5 e il 6 giugno, nelle affollate cucine dell'Hotel Ambassador di Los Angeles, dai colpi sparati da Sirhan Sirhan. L'ultima parola spetta al Governatore della California ma Sirhan Sirhan, oggi, è pronto per tornare in libertà. Uscirà dal carcere dopo 53 anni e 82 giorni. Non è più una minaccia per la società, ha affermato la commissione della Contea di Los Angeles, pronta così a riconoscergli la libertà su parola, dopo le 16 richieste precedenti. Sei dei figli dell'ex senatore condannano la liberazione, altri due, invece, si sono schierati a favore della decisione. Ritorna l'incubo del passato, con una spaccatura nel clan dei Kennedy, mentre si torna a quell'estate del 68', cinque anni dopo Dallas, dove il mito di Robert Kennedy, "Bob" come veniva chiamato da tutti, finiva nel sangue. Quel sangue che ha macchiato l'America e che resta una delle ferite più profonde per un paese intero. Quei colpi che cambiarono la storia, ancora una volta. Quei colpi del ventiquattrenne palestinese Sirhan, cresciuto in un campo profughi giordano. Robert Kennedy aveva appena concluso un discorso nella hall dell'albergo, per celebrare la sua vittoria alle primarie democratiche della California. Sirhan, all'epoca disse: "Ho agito per il mio paese", sostenendo sempre di avere agito a titolo personale, che doveva uccidere Bob per il suo sostegno a Israele. Ma proprio come per la morte del fratello presidente, si è sempre parlato dell'assassino di Robert Kennedy come di un misterioso complotto. Per la dinamica sì, ma soprattutto perché era un Kennedy. E ora, 53 anni dopo, forse l'ultimo capitolo, per una ferita, che per l'America, non si chiuderà mai.

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