In tempi bui in cui il terrorismo morde costantemente e ripetutamente, questa mattina l’America si è svegliata con la paura di un nuovo attacco nella periferia di Orlando, dove un uomo è entrato negli uffici di un’azienda armato di un coltello e di una pistola e ha iniziato a sparare. Con il passare delle ore si è capito, però, che il gesto era isolato e aveva alla radice ragioni personali. L’uomo, infatti, era stato licenziato alcune settimane fa dalla società che distribuisce fra l’altro anche i prodotti dell’italiana Fiamma, leader nel settore di accessori per camper e caravan. Ma la sua violenza, seppur generata da rabbia e frustrazione e non da terrore e ideologia, è stata ugualmente letale. Il bilancio è di cinque morti, quattro uomini e una donna, più l’assalitore stesso che si è tolto la vita. L’identità del killer non è stata diffusa ma lo sceriffo della contea di Orange ha precisato che l’uomo in precedenza aveva anche aggredito un ex collega che, però, non aveva sporto denuncia. Una nuova strage che riapre in parte il dibattito sulle armi da fuoco nel Paese anche se, nei minuti successivi all’attacco terroristico di Londra, era stato lo stesso Trump a suggerire che questo dibattito era privo di valore in un’epoca in cui gli stessi terroristi usano per colpire e uccidere un camion e dei coltelli.