Il sole tornerà a brillare in Olanda, ha promesso davanti alle telecamere il leader dell'estrema destra Geert Wilders nella conferenza stampa con cui dopo quasi sei mesi di trattative, è stato presentato l'accordo fra quattro partiti per la formazione del nuovo governo. La sigla dell'ultra destra appunto, il partito dei liberali conservatori dell'ex primo ministro Rutte, il movimento populista degli agricoltori e il gruppo dei centristi. Chiaro a tutti però in patria e all'estero è che per indovinare i tratti del prossimo esecutivo dei Paesi Bassi quinta economia europea è soprattutto a lui che bisogna guardare a Wilders, il discusso leader antieuropeo e xenofobo che alle elezioni di fine novembre aveva ottenuto il miglior risultato col 23% dei voti. Il tema immigrazione non a caso ha occupato gran parte della presentazione. Adotteremo misure in materia di asilo mai viste prima ha detto Wilders il che significherà applicare le restrizioni perfino sui ricongiungimenti familiari. L'Olanda questo hanno sottoscritto i partiti nell'intesa, deve appartenere al gruppo dei paesi con le regole di ammissione più severe di tutta l'Europa. Tra le altre promesse, c'è anche l'impegno ad allentare i vincoli di natura ambientale per gli imprenditori agricoli e quello a cancellare i sussidi per le energie sostenibili. Prossimo capitolo di questa lunga gestazione politica sarà conoscere il nome di chi guiderà il governo giacché il faticoso accordo di coalizione passa da un punto numero 1. Wilders non potrà essere primo ministro né lui né gli altri leader dei partiti.