Rifiutiamo qualsiasi uso della religione e del nome di Dio per giustificare la violenza. Papa Leone e il Patriarca Bartolomeo I lo scrivono nero su bianco in una dichiarazione congiunta dalla grande forza. Crediamo che un autentico dialogo interreligioso sia essenziale per la convivenza dei popoli, l'esortazione a quattro mani del pontefice e del Patriarca a lavorare per la pace, a costruire un mondo più giusto e solidale a prendersi cura del creato. Solo così scrivono e firmano, la famiglia umana potrà superare l'indifferenza, il desiderio di dominio, l'avidità di profitto e la xenofobia. Sono parole forti nel segno della pace, del dialogo e dell'unità, nell'incontro e nel successivo testo i due si dicono profondamente allarmati dalla situazione internazionale, ma assicurano di non perdere la speranza. Il pontefice nel suo terzo giorno in Turchia visita la più grande moschea di Istanbul, scalzo nel cuore della moschea blu, circondato dai colori delle piastrelle d'Iznik e dall'oro acceso dalla luce che entra dalle 260 piccole finestre, il pontefice entra in moschea, prima di lui nel 2014 Papa Francesco e nel 2006 Benedetto XVI che si erano raccolti in preghiera. Una visita caratterizzata dalla richiesta del dialogo tra i popoli, durante la messa nella Volkswagen Arena sottolinea la necessità di pace, unità e riconciliazione e chiede ancora una volta, citando San Paolo, di gettare via le opere delle tenebre e indossare le armi della luce. "Viviamo adesso in un mondo in cui la religione spesso è usata per giustificare le guerre, le atrocità. Noi desideriamo camminare insieme, vogliamo apprezzare quello che ci unisce vogliamo distruggere i muri dei preconcetti anche della mancanza di fiducia. Vogliamo incoraggiare la conoscenza e la stima reciproca per dare a tutti un messaggio molto forte, quello di speranza, che è un invito a diventare dei creatori, dei fautori di pace." Giornata dedicata all'ecumenismo e all'unità a ribadire la necessità di unione, come ha sottolineato più volte nel corso di questo primo viaggio apostolico di Papa Leone XIV che si chiuderà in Libano, altra terra difficile dove il pontefice vuole portare il suo abbraccio. .























