"Tacciano le armi, si trovi l'audacia della pace che il Giubileo sia l'occasione di rimettere i debiti ai paesi più poveri". Ci sono tutti i temi del pontificato di Bergoglio nel messaggio natalizio della loggia di San Pietro. La pace, in primis, la vicinanza a chi soffre, il no alla guerra sempre una sconfitta. "Tacciano le armi nella martoriata Ucraina. Si abbia l'audacia di aprire la porta al negoziato e a gesti di dialogo di incontro per arrivare a una pace giusta e duratura con gli occhi fissi sulla culla di Betlemme. Rivolgo un pensiero alle comunità Cristiane in Palestina, in Israele e in particolare alla cara comunità di Gaza, dove la situazione umanitaria è gravissima. Cessi il fuoco, si liberino gli ostaggi e si aiuti la popolazione stremata dalla fame e dalla guerra". Papa Francesco parla seduto, le immagini ancora una volta, restituiscono la forza del suo messaggio in contrasto con un raffreddore che lo indebolisce ma non lo ferma. Abbattere i muri ideologici e fisici, ci si avvicini a chi soffre. "Il Giubileo sia l'occasione per rimettere i debiti specialmente quelli che gravano sui paesi più poveri. Ciascuno è chiamato a perdonare le offese ricevute, perché il figlio di Dio che è nato nel freddo e nel buio della notte rimette ogni nostro debito". Mentre pronuncia queste parole il pontefice ha accanto il Cardinal Tomasi impegnato per il condono dei debiti a testimoniare che non sono solo parole. E poi la sua attenzione per i fragili e per chi soffre per la guerra. I bambini e gli anziani soli e il pensiero ancora una volta al creato così piegato dalla mano dell'uomo. E infine un grazie del messaggio di Natale a chi si occupa degli altri insegnanti, educatori, medici, infermieri, chi è vicino a chi è in difficoltà. Sono parole forti che arrivano dopo l'apertura della Porta Santa che ha dato il via al grande Giubileo della speranza. La speranza sempre al centro del pensiero di Papa Francesco che vuole sia declinata nella quotidianità e non rimanga un concetto astratto.