Calda giornata di sole, Piazza San Pietro gremita, Francesco fa salire sulla papamobile sei ragazzini che, entusiasti, salutano gli amici e guardano stupiti la folla da questo straordinario punto di osservazione. Momenti di spensieratezza che però non dimenticano i drammi del momento nella catechesi Francesco parla anche della guerra in Ucraina, nazione travolta dice da una somma di mali ingiusti; la meditazione delicata libro biblico di Giobbe e alle enormi prove che lui ha vissuto; una parabola, spiega Bergoglio, che rappresenta in modo drammatico ed esemplare quello che nella vita accade realmente, cioè che su una persona, una famiglia o su un popolo si abbattono prove troppo pesanti, sproporzionate, rispetto alla piccolezza e fragilità umana si viene travolti da una somma di mali che appaiono veramente eccessivi e ingiusti. "In certe congiunture della storia questi cumuli di pezzi sembrano darsi comune appuntamento collettivo, è quello che è successo in questi anni con la pandemia del Covid-19 e che sta succedendo adesso con la guerra in Ucraina." Gridare la propria rabbia a Dio è normale, spiega il Papa, e Dio comprende che è un grido a lui, la richiesta di una giustizia suprema, c'è una specie di diritto della vittima alla protesta nei confronti di male e non bisogna imprigionare la preghiera; basti pensare, aggiunge Francesco, alla fatica dei genitori con figli con gravi disabilità, a chi vive una infermità permanente e ai familiari che gli stanno accanto; alla fine un saluto e un ringraziamento. "Saluto l'Associazione Famiglie per l'Accoglienza che si dedica all'adozione, prendendosi cura di bambini e anziani in difficoltà; perseverate nella Fede e nella cultura dell'accoglienza offrendo così una bella testimonianza cristiana e un importante servizio sociale grazie grazie per quello che fate.".