Preghiera, radici cristiane e speranza. Queste le parole chiavi usate da Papa Francesco, per raccontare il recente viaggio apostolico a Budapest e in Slovacchia. Un viaggio in cui il pontefice sottolinea la piaga della violenza sulle donne, con la testimonianza della beata Anna Kolesárová. "Forte e profetica è la testimonianza della beata Anna Kolesárová, ragazza slovacca che a costo della vita, difese la propria dignità contro le violenze. Una testimonianza più che mai attuale purtroppo, perché la violenza sulle donne è una piaga aperta, dappertutto". Un pellegrinaggio nel cuore dell'Europa. Un'Europa, dice il Papa, in cui la presenza di Dio è spesso annacquata del pensiero unico e dove allo stesso tempo le radici cristiane, non devono essere strumentalizzate. "Una particolare importanza nel continente europeo, dove la presenza di Dio viene annacquata, lo vediamo tutti i giorni, la presenza di Dio viene annacquata dal consumismo e dai vapori di un pensiero unico. La cosa strana ma reale, queste radici sono sempre vive, piene della linfa vitale che è lo Spirito Santo e che come tali devono essere custodite, non come reperti da museo, non ideologizzate e strumentalizzate per interessi di prestigio e di potere, per consolidare un'identità chiusa. No. Questo vorrebbe dire tradire". Un messaggio neppure troppo velato al Primo Ministro ungherese Viktor Orban, ma il viaggio appena terminato ha visto anche un altro incontro a porte chiuse con i fratelli Gesuiti. Occasione per scherzare, ma non troppo, sul fatto che mentre era in ospedale a luglio, per l'operazione al colon, qualcuno già pensava alla sua successione. Sono ancora vivo, nonostante alcuni mi volessero morto, preparavano il conclave. Pazienza! Grazie a Dio sto bene, ha detto il pontefice.