Con più di 60000 vittime, è il Paese europeo maggiormente colpito dal Covid-19, ma ora il Regno Unito vede la fine dell'incubo, almeno l'inizio della fine. E quell'inizio comincia oggi con l'avvio della più grande campagna di vaccinazioni dell'epoca moderna. 800000 dosi solo nella prima settimana, fino a 40 milioni nel prossimo futuro. Cinquanta ospedali coinvolti sul territorio. Primi della lista, i residenti delle case di cura, il personale sanitario, gli ultraottantenni come Ari e sua moglie Rajan. Siamo molto emozionati. Quando abbiamo saputo che avremmo ricevuto il vaccino abbiano capito che la fine della crisi si stava davvero avvicinando, racconta nella sua cucina a Newcastle, a Fontaine nel Nord dell'Inghilterra. Questa dice "non è una crisi normale ed eravamo terribilmente terribilmente preoccupati". Emozionato Ari, non nervoso. Non è toccato dalle polemiche circa il vaccino e la velocità con cui è stato messo a punto. I No Vax si fanno vedere e sentire. Secondo i sondaggi un terzo del Paese è dubbioso, ma ad Ari non importa. Non ha dubbi, "è un grande sollievo", scandisce. "Un potenziale punto di svolta definisce questa giornata" dice Sir. Simon Stevens, amministratore della sanità inglese. Il personale è in prima fila pronto a tranquillizzare e a spiegare. Il Governo è schierato. Boris Johnson incoraggia tutte le persone indicate come prioritarie a farsi vaccinare. Non c'è l'obbligo, ma un invito convinto, Matt Hancock, Ministro della Sanità lo definisce il giorno che segna un presagio di vittoria sulla pandemia, di certo il giorno in cui, almeno per un giorno, il Regno Unito torna mozzare la strada al mondo occidentale. Primo Paese euroatlantico a dare il via libera a una vaccinazione di massa paragonata alla maratona più che a uno sprint. Ci vorrà comunque tempo. Il grosso del lavoro avverrà nel primo trimestre del nuovo anno.