Si chiama Juice, l'esploratrice delle lune ghiacciate del pianeta Giove, è una sonda del peso di 6 tonnellate grande quanto un utilitaria. Racchiusa in una cassaforte di piombo che li protegge dalle radiazioni, porta con sé i sogni e le speranze di una generazione di ricercatori e ingegneri tradotte in una suite di 10 strumenti scientifici, quattro dei quali Made in Italy. Questa è la storia della più ambiziosa missione dell'Agenzia Spaziale Europea verso lo spazio profondo. Una visione cosmica dal costo di 1,6 miliardi. Solo il viaggio durerà fino a luglio del 2031 8 anni per compiere oltre un miliardo di chilometri con passaggi attorno a Venere, alla Terra e al sistema Terra Luna, sfruttando fionde gravitazionali che spareranno Juice verso il gigante gassoso del sistema solare. Il pianeta Giove e le sue più grandi lune: Europa Callisto e Ganimede, mondi lontanissimi, fatti di croste ghiacciate con sotto immensi oceani di acqua liquida che potrebbero nascondere i segreti della vita. Satelliti osservati per la prima volta da Galileo, all'inizio del 600 come ricorda una targa montata a bordo di Juice. La sonda resterà nel Sistema Gioviano fino al 2035, quando esaurito il carburante, si schianterà su Ganimede dopo essere diventata il primo satellite artificiale a orbitare attorno a una luna diversa da quella del nostro pianeta. In mezzo 4 anni passati a osservare, fotografare, scandagliare le lune con ingegnosi strumenti di mappatura. Rain, Gianus, 3GM, Magis, esotici acronimi per raffinatissime eccellenze della nostra filiera spaziale. Industrie, piccole e medie imprese, università più l'Istituto Nazionale di Astrofisica che sotto l'ombrello dell'ASI continuano a fare la storia dell'esplorazione interplanetaria. Grazie anche a 85 metri quadri di pannelli solari, i più grandi mai progettati per un viaggio spaziale Made in Leonardo e targati Nerviano.