Poiché avevano nascosto degli ebrei vennero tutti barbaramente trucidati dai nazisti. Un'intera famiglia, padre, madre e sette figli, l'ultimo parzialmente partorito per il terribile shock dalla mamma proprio nel momento in cui veniva uccisa. Chi riesumò i corpi trovo la testolina del bimbo e parte del busto fuoriuscito dal grembo della madre. Tutti e nove, compreso il bambino che stava venendo alla luce, vengono insieme beatificati nel villaggio in cui vivevano, Markowa, a soli 100 km dal Ucraina, dove una nuova terribile guerra, colma di crudeltà, devasta il mondo. Culmina così con l'innalzamento alla Gloria degli Altari come Martiri della Fede la straordinaria storia della famiglia Ulma già riconosciuta come giusta tra le Nazioni e che viene raccontato in un libro "Uccisero anche i bambini" scritto da Manuela Tulli vaticanista dell'Ansa insieme a Pawel Rytel Andrianik, vicedirettore del Centro per le relazioni cristiano ebraiche dell'Università di Dublino. "È la prima volta che la Chiesa beatifica, tutta insieme, un'intera famiglia, padre, madre, 6 bambini piccoli, tra cui uno nato in quel momento per lo shock dell'esecuzione. È la prima volta che succede nella Chiesa e la dimensione comunitaria della Santità, che forse aprirà nuove piste nella storia delle beatificazioni e delle canonizzazioni". Persino Papa Francesco si è detto grazie per il libro che, scrive, aiuta il ricordo di persone che hanno vissuto l'amore Cristiano tra le crudeltà e l'inferno della guerra. Una famiglia, dice Francesco, che diviene, per le generazioni future, simbolo di fedeltà ai valori che non possono mai essere traditi neppure di fronte alla minaccia della morte. "È una storia di orrore. di violenza, di guerra. È una storia di quelle da non dimenticare, come dice Papa Francesco, per non ripetere gli errori del passato. Ma allo stesso tempo è una bella storia di amicizia ed è veramente un'immagine della santità che farà storia, secondo me, proprio nella storia della Chiesa".