Chiedo scusa a chi è già vaccinato, ma dobbiamo tornare in lockdown. Con queste parole, il primo Ministro della Lettonia annuncia il ritorno alle restrizioni più rigide, fino al 15 novembre nel Paese tornano a chiudere scuole, ristoranti e negozi. Si resta a casa, se non per lavorare o svolgere altre attività essenziali, con un coprifuoco che scatta dalle 8 di sera fino alle 5 del mattino. La Lettonia non ce l'ha fatta e così il Premier si scusa con chi ha scelto di vaccinarsi, soltanto un cittadino su due, una soglia troppo bassa che ha portato nel giro di pochi mesi alla saturazione degli ospedali, all'aumento esponenziale di decessi. È il campanello d'allarme per i Paesi europei, lo scenario peggiore che tutti vorrebbero evitare. E non è l'unico a risuonare nel vecchio Continente, perché anche in Russia, dove i vaccinati sono appena il 32% della popolazione, c'è già chi ha deciso di imporre nuove restrizioni. Accade a Mosca, dove gli over 60 non vaccinati, dovranno stare in lockdown per quattro mesi e se i contagi continueranno ad aumentare, avverte il sindaco della città, torneranno a chiudere anche tutti i negozi non essenziali, ristoranti, musei e parchi pubblici. Succederà ovunque? Non è detto. Fortunatamente, il nostro Paese si avvicina alla stagione invernale con una soglia di vaccinati ben più ampia, il 73% ha già completato il ciclo completo, mentre il 3,6 degli italiani attende la seconda dose. Ma gli sviluppi futuri, dipenderanno anche dalle scelte di quel 13% di popolazione che può vaccinarsi e ancora non l'ha fatto.