Un inedito per le presidenziali francesi, il confronto televisivo tra i cinque principali candidati alle elezioni di aprile, che andrà in onda questa sera alle 21, su TF1, è una grande e molto attesa novità. Mancano cinque settimane al primo turno e molti sono convinti che la vera campagna elettorale inizi proprio questa sera. Finora, al di là dei raduni e delle kermesse con i propri sostenitori, la campagna, dominata dagli scandali giudiziari, appare viziata e svuotata dei suoi contenuti politici. I programmi sono passati in secondo piano. Marine Le Pen, Emmanuel Macron, François Fillon, Benoît Hamon Jean-Luc Mélenchon per tre ore si affronteranno in uno studio elegante e austero, nero e bianco. Saranno disposti in cerchio per potersi guardare in faccia. Esclusi gli altri sei candidati, che parleranno in due successivi dibattiti televisivi. Le domande, poste da due giornalisti del canale, ruoteranno su molti temi: educazione, sicurezza, laicità, istituzioni, ambiente, protezione sociale, ruolo dello Stato, libero scambio, Europa e il ruolo della Francia nel mondo. Ognuno avrà due minuti per ogni risposta. Gli ultimi sondaggi confermano che al primo turno Marine Le Pen, leader del Fronte Nazionale, partito d’estrema destra ed Emmanuel Macron, a capo del movimento En Marche!, candidato indipendente, liberale e progressista, ormai sono molto vicini. Al secondo turno tra i due vincerebbe Macron con un ampio margine. Se, invece, al primo turno passassero Fillon, il candidato del centrodestra, e la Le Pen, vincerebbe il leader dei repubblicani, ma con un distacco minore. La scorsa settimana Fillon è stato formalmente accusato per malversazione di fondi pubblici. Oltre che per gli scandali delle ultime settimane, la sua campagna arranca, anche perché non è visto come il vero candidato del cambiamento rispetto agli ultimi anni di Governo socialista. Macron, ex Ministro dell’economia nel Governo Valls, è la vera rivelazione. Definito all’inizio una bolla di champagne o il candidato dei media, ha invece aumentato i consensi. Il suo è un programma liberale, moderato, ma di rottura sui temi sociali ed economici. Quanto alla Le Pen ha dalla sua i giovani e il malessere di cui la Francia, arrabbiata e delusa, è in attesa di una rivincita. Piacciono i suoi proclami populisti, anti immigrati, anti euro, contro il libero scambio per una Francia identitaria, giusta e sicura. Quanto alla sinistra, fatica a imporsi. Il socialista Hamon propone il reddito di cittadinanza, sebbene a ora più sfumato, voto per gli stranieri e tassa sui super profitti delle banche. Mentre Mélenchon, con la sua sinistra più popolare, ma non rivoluzionaria, volge lo sguardo alle esigenze del cittadino inteso come essere umano.