“Le relazioni tra Cina e Stati Uniti non possono che essere positive, improntate alla sincerità e al rispetto reciproco. Sono felice di aver ascoltato queste parole, che corrispondono al nostro auspicio”. Così Xi Jinping, il leader cinese che oggi ha ricevuto con tutti gli onori Rex Tillerson, Segretario di Stato USA, giunto al termine della sua prima ufficiale visita in Estremo Oriente per ascoltare, soprattutto, gli altri, come lo stesso Tillerson ha sottolineato, e preparare il terreno per la visita ufficiale del Presidente Trump. Nel breve incontro tra i due, spiegano le fonti autorizzate, nessun riferimento alle questioni più calde. Taiwan, Penisola coreana, ritorno al protezionismo: di tutto questo Tillerson aveva parlato ieri con il suo collega, nel corso di un ben più lungo e a tratti teso incontro. Alla fine insomma ai due treni in corsa, l’un contro l’altro lanciati, come lo stesso Wang aveva definito con efficace metafora i rapporti tra Corea del Nord e Stati Uniti, è Pechino, che imporrà una brusca frenata nell’interesse di tutti. Pyongyang, che proprio oggi ha annunciato di aver testato con successo un nuovo motore per lanciare satelliti nello spazio, dovrà rinunciare al programma nucleare. Ma anche gli Stati Uniti e la Corea del Sud dovranno sospendere le loro esercitazioni militari, che tanto fanno infuriare il regime del nord, e l’installazione di nuovi sofisticati sistemi di difesa. Il tutto come precondizione per ritornare finalmente al dialogo, a una trattativa che appare l’unica possibile soluzione al problema della Penisola coreana. Una politica, ricordano i cinesi, che fino al 2005 aveva dato i suoi frutti e che purtroppo è stata abbandonata a favore delle sanzioni, ma che potrà trovare un nuovo impulso se alle prossime elezioni sudcoreane dovesse spuntarla Lee Jae-Myung, sindaco della cittadina satellite di Seul, Seongnam, che ha già annunciato, se verrà eletto, di volersi recare a Pyongyang per un vertice con Kim Jong-un, senza alcuna precondizione.