"Metteremo in campo tutte le nostre forze e le nostre energie per bloccare questa errata ed assurda decisione che mortifica la storia e l'identità dei nostri territori e penalizza produttori e consumatori". Mostra tutta la sua determinazione il Ministro per le Politiche Agricole Stefano Patuanelli in uno dei passaggi dell'informativa al Senato, sulla tutela del Prosecco. Parole pronunciate proprio nel giorno in cui la Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea ha pubblicato la domanda di protezione della menzione tradizionale riguardante il Prosek. È il vino dolce croato che nulla ha da spartire con quello prodotto nel Nord-Est del nostro Paese, se non un nome caratterizzato da una incontestabile assonanza che rischia di creare grande confusione nei consumatori meno attenti e di danneggiare il vino italiano più venduto al mondo. Una pubblicazione che dà il via a una battaglia che assorbirà Governo, Regioni, consorzi e produttori nelle prossime settimane. Nel merito, infatti, non è stata presa alcuna decisione definitiva e l'Italia ha ora due mesi di tempo per opporsi, per far valere le proprie ragioni, per fermare un precedente pericoloso, non solo per il nostro Paese, ma per tutta l'Unione Europea. Per farlo è già alla ricerca di alleati. L'Unione Italiana Vini ha contattato, perché a loro volta presentino delle mozioni contrarie, le Federazioni Enologiche di Spagna, Portogallo e Francia. Il Comitato dello Champagne, in particolare, ha già annunciato opposizione per quella che sta diventando una causa comune per tutti quei Paesi con una grande tradizione nella produzione di vino, in difesa, non solo dei consumatori alla fine dei conti, ma dei prodotti di qualità del territorio, della sua identità.