Spuntano uno dopo l'altro, nonostante gli arresti: accampamenti, raduni, manifestazioni dalla California al Massachusetts. Il movimento di protesta studentesco contro la guerra a Gaza si allarga a macchia d'olio e non accenna a fermarsi; coinvolge i più prestigiosi atenei americani, diventa il sogno di una rivoluzione degli oppressi contro gli oppressori, ma finisce per mettere nel mirino altri studenti; quelli ebraici che denunciano intimidazioni proprio nei giorni della loro Pasqua. Dopo i fermi alla Columbia, la polizia ha sgomberato il presidio di fronte alla scuola di business della New York University intitolata al miliardario ebreo Leonard Stern, dove la retta costa 70mila dollari l'anno. Centinaia di persone protestano da ore qui a Washington Square Park e soprattutto giovani molti studenti moltissime ragazze. Sotto gli occhi della statua di Garibaldi, libertà di parola, convinzioni politiche, ideali e solidarietà si confondono sfidando la logica semplicistica della partita di calcio buoni contro cattivi. Mentre Harvard e Yale chiudono i Campus e alla Columbia si dà la possibilità di seguire i corsi a distanza, il presidente degli Stati Uniti segue attentamente la situazione. A pochi mesi dalle elezioni, un conflitto a migliaia di chilometri di distanza, Biden rischia di ritrovarselo in casa.