Un Paese bloccato, un Governo azzoppato, un Natale da incubo, è la Francia, al tredicesimo giorno di proteste, e al quarto di sciopero nazionale indetto dai sindacati contro la contestata riforma delle pensioni. Al fermo di metro e treni si aggiungerà anche lo stop di scuole, università e raccolta rifiuti. Mentre gli autotrasportatori sono intenzionati a bloccare alcuni centri logistici di rifornimento di petrolio e di consegne di numerose merci. Il risultato è la paralisi totale del traffico nelle grandi città, un ritardo nella consegna delle merci e un calo delle vendite per le attività commerciali. Tutto questo in una settimana cruciale come quella di Natale. Ma l'opinione pubblica, nonostante tutto, sembra appoggiare il massiccio movimento sociale che intende bloccare una riforma accusata di togliere agevolazioni a molte categorie di lavoratori, ad aumentare la loro età pensionabile, cosa che ha attirato le maggiori critiche, oltre a cambiare il modo in cui le pensioni vengono calcolate. Una protesta che ha travolto e ha fatto cadere la testa proprio di “Monsieur Pensioni”, l'artefice della riforma è stato, infatti, costretto a dimettersi. Finito sotto i riflettori, si è scoperto che Jean-Paul Delevoye 72 anni politico di lungo corso, ex ministro sotto Chirac, non aveva dichiarato 10 incarichi tra cui quello di membro del Consiglio di un'associazione di assicurazioni che gli garantiva un compenso nascosto di 5000 euro netti al mese. A molti non è sfuggito che proprio la sua riforma, apriva la strada ad assicurazioni e fondi pensione privati, con un evidente conflitto di interessi. Un duro colpo per il Governo francese, che in queste ore tenta di ricucire almeno un dialogo con i sindacati invitati a sedersi nuovamente intorno a un tavolo domani all'Eliseo.