Brucia la casa natale del padre della rivoluzione, Ruhollah Khomeini. Brucia dopo un lancio di Molotov artigianali a Khomeyn, nel centro del Paese; ma in tutto l'Iran, sembra irreversibile l'escalation della piazza; dai gesti dimostrativi, si è passati alle armi per strada; e ora, c'è chi osa, addirittura, dare alle fiamme la casa-museo che diede i natali al fondatore della Repubblica Islamica. Migliaia di persone stanno partecipando in queste ore a manifestazioni di piazza in molte città del Paese. Filtrano notizie di repressioni e di morti. Testimoni riferiscono che a Teheran, la gente manifesta ormai senza paura. Dalle province, arrivano racconti da guerra civile. Gli attivisti anti-regime avevano convocato una protesta in tutto il paese fra martedì e giovedì per commemorare le centinaia di morti del novembre di sangue, nel 2019. Questo è l'anno del sangue erano le grida dalla piazza, verrà rovesciato. Il riferimento è al leader supremo Ali Khamenei successore di Khomeyni. Sono passati 2 mesi dalla morte di Masha Amini, la 22enne uccisa per aver indossato il velo non nella maniera corretta. Si moltiplicano la solidarietà, i gesti simbolici. Ora, la protesta: dal taglio delle ciocche di capelli fino al rogo della casa di Khomeyni e in mezzo quel bacio in pubblico considerato atto contro la morale in Iran. Quel ragazzo e quella ragazza che si tengono per mano e si baciano in traffico di Shiraz, lei senza velo, rappresentano ormai la voglia di libertà di un Paese, giovani in testa. Carlo Imbimbo Sky TG24.























