Adesso è la Cina che protesta. Le restrizioni imposte ai cittadini cinesi, afferma un comunicato del Governo, sono discriminatorie ed ingiustificate. Oltre al Giappone che tuttavia pare stia ripensandoci, i media locali citano in particolare l'Italia, sottolineando che però l'Unione Europea al momento non sembra sostenere questa decisione. Nel frattempo continua l'incertezza sui numeri, non tanto dei contagi sull'esplosione dei quali pare ci siano oramai pochi dubbi, bensì dei decessi. Mentre le autorità che hanno ufficialmente derubricato il Covid-19 a Emergenza Sanitaria di tipo B, equiparabile dunque alle influenze stagionali continuano a parlare di 5249 morti di cui solo 7 negli ultimi 20 giorni, dall'inizio della pandemia il think tank inglese Airfinity aggiorna in peggio le sue stime e afferma che i morti in questi giorni sarebbero 9000 al giorno e che potrebbero diventare 100.000 entro la fine di gennaio, al rientro dal lungo ponte festivo del Capodanno lunare. Difficile avere certezze, molti video che appaiono e scompaiono sui Social sembrano in effetti di dubbia autenticità. Mentre i media locali e internazionali, che pur con gravi limiti, sono relativamente liberi di girare, mostrano immagini di ospedali sovraffollati ma non di cadaveri ammucchiati per strada, o davanti ai forni crematori. Nel frattempo la Cina riapre al turismo, Ambasciate e Consolati hanno ricominciato a rilasciare i visti di ingresso ed è stata ripristinata l'esenzione di 144 ore per chi vi si reca per motivi di turismo. Dalla fine di gennaio i turisti troveranno all'aeroporto di Pechino una novità: i robotaxi, la società Baidu ha infatti ricevuto le prime licenze ufficiali per operare vetture senza conducente.























