Umiliare le donne e privarle della propria indipendenza, questa l'ultima mossa del regime. Bloccherà i conti bancari di quante non indosseranno correttamente il velo. Le donne iraniane pagheranno un prezzo ancora più alto se non indosseranno l'hijab, dice Hossein Jalali, membro del consiglio islamico iraniano. Le donne che non indosseranno correttamente il velo, come previsto dalla legge, verranno prima avvisate con un messaggio e successivamente riceveranno pene più severe. Cancellare il velo, prosegue Jalali, significherebbe cancellare la Repubblica Islamica. Il secondo giorno di scioperi nel paese è segnato dagli arresti sommari, le condanne a morte e le false esecuzioni per aver sfidato il regime. I guardiani della rivoluzione islamica hanno arrestato 12 persone con presunti legami europei, sospettate di pianificare azioni di sabotaggio contro l'Iran. Il controllo del regime iraniano passa anche per gli attacchi informatici. Secondo la denuncia dell'ONG Human Rights Watch almeno 20 tra giornalisti e ONG sono stati contattati con l'inganno per carpire informazioni sensibili, utili al regime, ma nonostante le violenze, la voce del dissenso non si ferma e esce anche dal paese. Ad Antalya, in Turchia, un'atleta iraniana è salita sul podio di una gara di boxe thailandese con l'hijab obbligatorio ma mostrando lo slogan delle proteste "donna, vita, libertà.".