Gli esperti di sondaggi sono rimasti a dir poco spiazzati dal voto, nessuno infatti aveva previsto i due risultati più clamorosi. Innanzitutto che il candidato di estrema Destra e filorusso Calin Georgescu arrivasse primo e poi che l'attuale Primo Ministro europeista di Centro-Sinistra Marcel Ciolacu che inizialmente era dato per favorito si piazzasse solo terzo rimanendo perciò escluso dalla corsa. Il prossimo 8 dicembre al secondo turno la sfida sarà dunque fra Georgescu ed Elena Lasconi, rappresentante del Partito Liberale di Centro-Destra che ha superato il Premier per una manciata di voti. La Romania è una Repubblica semipresidenziale simile a quella francese, il Presidente ha perciò un ruolo di primo piano nella politica nazionale, nomina il Primo Ministro e rappresenta il Paese all'estero anche per questo al risultato si guarda con così grande attenzione. La Romania, 19 milioni di abitanti fa parte dell'Unione Europea e della NATO e finora aveva rappresentato a Est un argine all'ondata nazionalista che vede i suoi picchi in Ungheria e Slovacchia. Georgescu è un ingegnere, professore universitario ultra religio, famoso per le sue posizioni nazionalistiche a favore degli agricoltori e tutt'altro che critiche nei confronti della Russia e di Putin. Parte della sua campagna elettorale giocata molto sui Social, è stata dominata proprio dal dubbio che l'Unione Europea e la NATO favoriscano effettivamente gli interessi del Paese. A maggior ragione in questo periodo di guerra in Ucraina, Paese con cui la Romania condivide Oltre 600 km di frontiera. Al ballottaggio dell'8 di dicembre il Paese sarà dunque chiamato a scegliere fra un Presidente di estrema Destra e uno di Centro-Destra, un altro messaggio per Bruxelles.