La tensione resta alta in Romania, dove i manifestanti hanno invaso le strade di Bucarest e di altre città del Paese, scontrandosi a più riprese con le forze dell’ordine. Sotto accusa il Governo, reo – secondo la gente – di aver approvato un decreto ribattezzato “Salva corrotti”, pensato ad hoc per politici e funzionari pubblici sotto inchiesta proprio per corruzione. Migliaia di persone hanno chiesto le dimissioni del Governo, in particolare del Ministro della Giustizia. Il decreto, fortemente criticato anche dalla comunità internazionale, depenalizza vari tipi di infrazioni e prevede la punibilità con il carcere per l’abuso d’ufficio solo per cifre sopra i 44.000 euro. Il Primo ministro socialdemocratico, Sorin Grindeanu, si è giustificato dicendo che pensava di ridurre il numero dei detenuti nelle carceri e ha anche precisato che non ha nessuna intenzione di ritirare il provvedimento. Il Presidente Klaus Iohannis, schierato dalla parte dei manifestanti, ha invece annunciato che chiederà alla Corte costituzionale di dichiarare illegittimo il provvedimento. Duro il monito della Commissione europea, che ha espresso grande preoccupazione sottolineando che la lotta contro la corruzione deve fare progressi, andare avanti e non essere sconfitta.