Cominciare il 2025 dell'Automotive da Bruxelles è un po' come fare una degustazione di tartare in un convegno di vegetariani. Provocazione a parte il segnale che arriva da quello che finora era sempre stato considerato un piccolo salone dell'auto, è chiaro. Nella Capitale dell'Unione Europea la vera unione sembra invece quella che hanno cominciato a fare i marchi dell'Automotive, aveva iniziato Stellantis annunciando a dicembre il rientro nell'associazione dei marchi continentali ed è proseguita ora con una sorta di consorzio tra i marchi green e quelli che devono evitare di pagare milioni di euro di multe per aver sforato nelle emissioni di CO2. Perché il 2025 è appena iniziato ma il quadro all'orizzonte è chiaro nella sua incertezza. Dopo un 2024 molto pesante il mercato ora non ragiona più a trimestri ma mese per mese, come ci ha confermato il responsabile europeo del gruppo Stellantis: "A livello mercato vediamo mese dopo mese come gira la cosa e la cosa fantastica da Stellantis è che posso fare un po' più di ibrido, un po' più di elettrico, un po' più di plug-in Hybrid, ha seguito il mercato, quindi posso eseguire la nostra strategia giocando con il mese dopo mese scelte che dobbiamo fare". Stellantis che a Bruxelles si è presentata in grande stile con tutti i CEO dei vari marchi una serie di novità della galassia. Dall'Alfa Romeo alla Fiat, passando per Opel, Jeep, Citroen e Peugeot. In mezzo c'è stata anche la programmazione dell' auto dell'anno 2025, che ancora una volta ha visto una Renault vincitrice. Stavolta è toccato alla R5 davanti a Kia V3 e Citroen C3. È la seconda volta consecutiva per il marchio francese ed il quarto anno di fila che la giuria della stampa europea premia una vettura elettrica. Ma i premi sono una cosa è la realtà un'altra, e cioè che al momento l'elettrico non riesce proprio a sfondare in Europa, i motivi sono tanti a cominciare dai costi, con lo stesso modello che ha la spina arriva a costare tra gli 8000 e i 15000 euro in più, con le incognite sulla infrastruttura di colonnine che continua a mancare e con i costi di ricarica che non sono per niente trasparenti e convenienti. Ecco quindi che anche da un marchio virtuoso come Toyota reduce da un 2024 splendido per le vendite in Italia arrivano dubbi e timori. "Certamente il dovere rispettare determinati limiti di CO2 impone alle case di fare delle scelte di cosa vendere e quindi, fare scelte di cosa vendere a prescindere da quelli che possono essere i gusti e le richieste da parte dei clienti è un po' questo secondo me quello che caratterizzerà il mercato di quest'anno". Ecco il tema: vendere a prescindere, a prescindere da quello che vuole l'utente finale che entra in una concessionaria per comprare un'auto ma che potrebbe essere spinto e veicolato su un altro modello che rientra invece nei parametri delle emissioni. Così lo slogan buono per tutte le occasioni cambia da: "Ce lo chiede l'Europa a ce lo impone Bruxelles".