Qualcuno ha già ribattezzato Qatar Gate lo scandalo che sta scuotendo il Parlamento Europeo, ma non è escluso che la rosa di Paesi che potrebbe aver utilizzato le mazzette per tentare di corrompere eurodeputati e funzionari al fine di influenzare le decisioni economiche e politiche dell'Eurocamera, in futuro possa allargarsi. L'inchiesta della procura belga avrebbe scoperchiato un vero e proprio modus operandi che per il momento ha portato alla sospensione con effetto immediato di ogni delega e potere della Vicepresidente greca del Parlamento Eva Kaili, gia sospesa dal gruppo socialista e dal suo partito dopo essere stata fermata in flagranza di reato nella sua abitazione di Bruxelles dove sono stati trovati interi sacchi pieni di banconote in contanti. Fermate altre quattro persone, tra cui l'ex eurodeputato del PD poi passato ad Articolo 1 e ora espulso, Antonio Panzeri, il compagno di Kaili e assistente parlamentare Francesco Giorgi e Luca Visentini Segretario generale della confederazione internazionale dei sindacati. Soldi, vacanze di lusso, regali, in cambio di interventi politici in favore del Qatar, Paese che ospita i Mondiali e che, sospettano gli inquirenti belga, almeno nel caso di Panzeri potrebbero riguardare anche il Marocco. Reati commessi, ipotizzano gli inquirenti, a partire dal gennaio 2021 e per cui le persone fermate dovranno difendersi nelle prossime ore dalle accuse di associazione per delinquere, corruzione e riciclaggio. Contestazioni che dal cuore dell'Europa arrivano a Bergamo, dove sono state fermate, interrogate e infine poste ai domiciliari anche Maria Colleoni e Silvia Panzeri, rispettivamente moglie e figlia dell'ex eurodeputato. Per i magistrati le due donne sarebbero state pienamente consapevoli degli affari di Panzeri tanto che, emergerebbe dagli atti, avrebbero persino partecipato al trasporto dei regali dell'ambasciatore del Marocco in Polonia e beneficiato di una vacanza da 100.000 euro. È la stessa moglie di Panzeri inoltre, a definire intrallazzi, combine, le relazioni del marito. La prova, secondo i magistrati, che la donna era al corrente di quelli che vengono definiti mezzi ingegnosi e spesso scorretti utilizzati da Antonio Panzeri.























