“La Francia anzitutto”. Ha un po’ il sapore dell’America First di Trump la decisione del Governo transalpino di nazionalizzare in modo temporaneo i cantieri navali di Saint-Nazaire sull’Oceano Atlantico. Non è il caso di parlare però di svolta protezionista in stile Trump da parte del Presidente Macron che appena eletto all’Eliseo, era il 31 maggio, aveva infatti già riaperto il dossier, ma l’opinione pubblica continentale e italiana non aveva colto appieno il senso di alcune sue dichiarazioni tradotte in azione adesso a firma del ministro dell’economia Le Maire. L’Eliseo ha deciso di esercitare il diritto di prelazione che la legge francese assegna allo Stato in diversi settori considerati strategici e questi cantieri sfornano anche portaerei per la Marina Militare, infatti Parigi già ne detiene un terzo. “Saranno nazionalizzati” ha detto Le Maire “temporaneamente per dare modo alla Francia di negoziare nelle migliori condizioni possibili la partecipazione di Fincantieri”. Il gruppo italiano, controllato da Cassa depositi e prestiti e quindi dal Tesoro, a marzo aveva rilevato di concerto con il presidente uscente Hollande il controllo dei cantieri di Saint-Nazaire finiti in amministrazione controllata dai coreani di STX. Per rilevare la società non è che ci fosse la fila, anzi. Nei giorni scorsi, all’approssimarsi della scadenza del 29 luglio oltre la quale non avrebbe più potuto esercitare la prelazione, Macron ha messo sul piatto l’àut àut. “Ridiscutiamo tutto” è il succo: controllo congiunto, 50 e 50, per Italia e Francia. “Il nostro obiettivo è difendere gli interessi strategici della Francia”. Le Maire è stato chiarissimo in conferenza stampa. “Non c’è nessun sospetto sui nostri amici italiani” ha aggiunto. “Andrò a Roma martedì” ha annunciato “per discutere con i ministri Padoan e Calenda”, che da parte loro reagiscono con durezza definendo grave e incomprensibile la decisione del Governo francese di non dare seguito ad accordi già conclusi.