È la prima volta che Abu Muhammad al Jolani, leader del gruppo Hayat Tahrir al Sham parla con i media. Leader di una formazione che un tempo era affiliata ad al Qaeda, Al Jolani non ci sta ad essere descritto come un integralista e ribadisce che il suo obiettivo e non solo rovesciare il regime di Assad, ma anche ricostruire uno stato istituzionale: "L'obiettivo della rivoluzione è il capovolgimento di questo regime, è nostro diritto usare tutti i mezzi disponibili per raggiungere questo obiettivo", scandisce Al Jolani, "la Siria merita un sistema di governo istituzionale, non uno in cui un singolo sovrano prende decisioni arbitrarie". Intanto dal campo giungono notizie di una situazione sempre più simile al crollo di un castello di carta. Nonostante i raid aerei e l'invio di consulenti russi il regime di Assad arretra, mentre i ribelli di Hayat Tahrir al Sham, dopo aver conquistato Hama sono a Homs e puntano verso Sud, come una lama, verso Damasco. In migliaia fuggono. Quel che colpisce è fragilità delle forze lealiste, che si stanno dissolvendo a una velocità sorprendente. Ma come è stato possibile? Intanto Mosca fa pressione per una riunione formato Astana, cioè Russia, Iran e Turchia per cercare di fermare l'escalation. Per ora non ci sono stati segnali di aperture in questo senso.