La statua equestre di Bassell, fratello del presidente Bashar Al-Assad viene abbattuta ad Aleppo, come accadde con quelle di Saddam o di Lenin. I ribelli jihadisti hanno imposto il coprifuoco nella seconda città della Siria, dopo averla conquistata in poche ore, mentre la Russia, intervenuta per aiutare le forze governative, ha intensificato i raid raid aerei contro i miliziani sunniti sia ad Aleppo sia ad Idlib, loro storica roccaforte. I morti sono già nell'ordine delle centinaia. In uno di questi bombardamenti sarebbe stato ucciso anche Abu Mohammed Al-Jolani il leader del gruppo Hay'at Tahrir al-Sham la formazione jihadista erede di Al Quaeda che sta guidando le diverse fazioni di ribelli; alcune sostenute dalla Turchia. I raid russi, particolarmente violenti, hanno colpito provincia di Aleppo, quella di Idlib e quella centrale di Hama, in direzione di Damasco, dove adesso si sarebbe espandendo l'avanzata del fronte anti-Assad. Anche se il Ministero della Difesa fa sapere di aver respinto i ribelli e di essere pronto al contrattacco. Il presidente si è fatto sentire con il comunicato laconico, la Siria è capace, con l'aiuto dei suoi alleati e amici, di sconfiggere ed eliminare i terroristi. Al fianco del regime di Assad oltre la Russia è arrivato subito l'Iran con il Ministro degli esteri che ha annunciato una visita improvvisa a Damasco dicendo che l'iran appoggerà con forza il governo e l'esercito siriani contro i gruppi terroristici. Teheran accusa apertamente gli Stati Uniti e Israele di appoggiare i ribelli. L'avanzata jihadista favorita dalla debolezza delle forze sciite legate a Hezbollah e dalla minore presenza dei russi, impegnati in Ucraina, avrebbe provocato sussulti nelle fazioni contrarie ad Assad anche nel sud del paese; dove sarebbero state attaccate posizioni governative mentre in serata si sono diffuse voci, non confermate, di scontri a Damasco tra diverse fazioni. Quel che è certo è che prosegue la fuga degli abitanti delle città colpite dai bombardamenti e dai combattimenti. Sono già almeno diecimila le famiglie sfollate, si aggiungono ai milioni di profughi che la feroce guerra civile in Siria ha creato dal 2011 in poi.