Sono tanti gli uomini, le donne e i bambini in fuga dal terrore dello Stato islamico. Portano con sé le poche cose che hanno potuto raccogliere mentre intorno a loro infuriava una battaglia casa per casa. Bombardamenti, autobombe, cecchini. “Un flusso ininterrotto di civili continua a uscire dalle prime ore del mattino dai quartieri appena liberati a sud-ovest di Mosul. Da quando è iniziata la seconda fase dell’offensiva, sono almeno 80.000 i civili in fuga. Camminano per ore fino a raggiungere i campi profughi. Ancora incerta l’entità delle persone rimaste intrappolate dentro Mosul. Si parla di mezzo milione di persone. Potrebbero essere di più”. La fuga per queste persone può diventare pericolosa quanto la guerra. Solo a febbraio sarebbero 400 i civili rimasti uccisi nei combattimenti. Mourad nelle ultime settimane ha vissuto nascosto nel seminterrato con tutta la sua famiglia. Di casa sua non è rimasto nulla. Sapevamo di rischiare la vita venendo via, dice; tanti nostri amici sono morti sotto il tiro dei cecchini dell’Isis, puniti mentre cercavano di fuggire. In molti quartieri di Mosul trovare cibo e acqua pulita sta diventando difficile e in fondo – conclude – la scelta è tra due modi di morire: morire di fame o sotto le pallottole dei cecchini dell’Isis. Mourad ha camminato per ore insieme a Suleiman. Fino a qualche mese fa viveva in un distretto di Mosul est. Ci mostra un documento dell’Isis. Una mattina hanno bussato alla mia porta – racconta Suleiman – e mi hanno dato questo. C’è scritto: entro ventiquattr’ore devi lasciare questa casa o ti uccidiamo. Man mano che la guerra si spostava, loro hanno spostato i civili per usarli come scudi umani. Ci sono interi sobborghi poveri di Mosul dove le persone sono ammassate nelle case, conclude. Molti civili sono forzati dall’Isis a non lasciare Mosul. Molti non vogliono vivere nei campi profughi. Molti altri temono ritorsioni da parte dell’esercito iracheno. I più vulnerabili, come sempre, i bambini. Come questo che, nella fuga, ha come solo passatempo quello che resta di una pallottola.