Questa è la strada che porta alla Valle della Bekaa, roccaforte di Hezbollah dove il gruppo filo iraniano recluta a destra la maggior parte dei suoi uomini. Siamo a Douriss nella periferia di Baalbek Kasauli una settantina di chilometri a Nord-Est di Beirut dove il 26 febbraio i raid israeliani hanno colpito proprio quest'area uccidendo due membri del movimento sciita libanese alleato dell'Iran. Mai prima d'ora in quasi cinque mesi di guerra Israele si era spinto così in profondità dall'8 ottobre il giorno dopo il sanguinoso attacco sferrato da Hamas nello Stato Ebraico la linea del fronte Nord per Israele ha coinciso sostanzialmente con quella del confine che separa l'alta Galilea dal Paese dei Cedri ma le regole di ingaggio sono cambiate e nessun posto ora sembra essere sicuro. Eppure l'area è ben nota per essere uno dei principali centri operativi del Partito di Dio, obiettivo dell' attacco mirato israeliano in cui ha perso la vita Ahmed Mohammad Sindian, 58 anni 40 dei quali spesi tra le fila dei Combattenti di Hezbollah, a dargli l'ultimo saluto nella Moschea di Ali al-Naqi c'è tutta la comunità sciita del suo villaggio natale. Se il conflitto dovesse ampliarsi e arrivare alle porte di Beirut, Israele dovrebbe fare i conti non solo con Hezbollah ma anche con l'Iran e allora il rischio di un'escalation regionale diventerebbe davvero reale.