Tutto accade a pochi passi dalla Casa Bianca. Davanti a una fermata della metropolitana, qualcuno apre il fuoco contro due soldati della Guardia Nazionale. I militari rispondono, le forze dell'ordine accorrono, in tutto vengono sparati una quindicina di colpi. L'aggressore ferito viene arrestato. È un immigrato afgano 29enne residente nella West Coast. Secondo la Homeland Security è arrivato in USA nel 2021 con un programma d'accoglienza voluto da Biden. È un animale e la pagherà, tuona Trump su Truth. Il presidente volato in Florida martedì si rivolge alla nazione poche ore dopo i fatti, parla di atto di terrorismo, critica chi lo ha preceduto e con toni cupi annuncia un'ulteriore stretta Su iniziativa del presidente altri 500 soldati andranno ad aggiungersi ai militari già schierati in città. Negli ultimi mesi oltre 2.000 uomini della Guardia Nazionale sono stati dispiegati a Washington DC per volere della Casa Bianca, convinta che si tratti di una mossa necessaria per contrastare il crimine e l'immigrazione illegale. L'utilizzo dei soldati è al centro di un'accesa battaglia giudiziaria. C'è una storia nella storia poi. Poco dopo gli spari, il governatore repubblicano della West Virginia, ha pubblicato una serie di post frettolosi e contrastanti sulle condizioni dei soldati. Non è un episodio isolato in America, qualcosa di simile è successo in passato al capo dell'FBI Kash Patel. Ora in molti si interrogano sul modo avventato con cui spesso le istituzioni tendono a diffondere informazioni sensibili, senza prima verificarle con accuratezza. Federico informazioni sensibili, senza prima verificarle con accuratezza. .























