Ancora la Germania, ancora Berlino. Da colpire al cuore in un giorno di festa la popolarissima mezza maratona, quando la città intera esce per le strade ed è ovviamente più vulnerabile. Il piano di terrore era semplice: colpire tra la folla accoltellando spettatori e partecipanti. Niente camion, niente kamikaze, ma azioni più chirurgiche, più panico e maggiore possibilità di fuga. L’attentato, conferma la polizia via Twitter, è stato sventato dall’Intelligence. I media riferiscono che il principale dei sei arrestati era nel mirino della polizia da tempo. A casa sua sono stati trovati due coltelli affilati, ma quello che forse spaventa di più è il filo nero che riporta indietro a due anni fa, all’attentato al mercatino di Natale del 19 dicembre 2016. I fermati avrebbero legami proprio con Anis Amri, il tunisino responsabile della strage freddato tre giorni dopo a Sesto San Giovanni in Italia. Volevano vendicarlo. Berlino come Roma, Napoli, Latina. L’Antiterrorismo, italiano e tedesco, insegue la rete più pericolosa in circolazione, una rete ampia, operativa e tutt’altro che dormiente. La Germania alza le difese e impara a combattere il terrore con le indagini. Anche a Munster, dopo l’attacco con il furgone in piazza. Il killer era conosciuto alla polizia e amante delle armi. Nessun legame politico, né matrici terroristiche, ma restano punti oscuri.